Agosto 3, 2012

Giovanni Corti

Norma CEI 0-21: GIFI chiede un intervento urgente del Ministero dello Sviluppo Economico

Natalizia: assurdo che l’AEEG riconosca il problema ma decida di non indicare possibili soluzioni. Si vuole affossare definitivamente il settore fotovoltaico?

Natalizia: assurdo che l’AEEG riconosca il problema ma decida di non indicare possibili soluzioni. Si vuole affossare definitivamente il settore fotovoltaico?

La questione dei sistemi di protezione di interfaccia in bassa tensione previsti dall’allegato A70 al codice di rete di Terna e dalla norma CEI 0-21 per impianti di potenza superiore a 6 kW e resi obbligatori dal 1 luglio scorso dalla Delibera 84/12 dell’AEEG rimane ancora irrisolta.
“L’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas – dichiara Valerio Natalizia, Presidente GIFI-ANIE – ha preso atto della carenza di tali dispositivi ma non ha proposto nessuna possibile via di soluzione. Ad oggi milioni di euro di investimenti rischiano di essere seriamente compromessi: cosa che non possiamo permetterci in questa delicatissima fase di crisi finanziaria pena il definitivo affossamento dell’industria fotovoltaica italiana. Tanto più che i sistemi in questione non nascono per la salvaguardia del sistema elettrico nazionale. E’ ben noto infatti che l’obbligo di tali dispositivi sulla rete di bassa tensione nasce dall’esigenza di garantire il distacco completo e non parziale dell’impianto in occasione di perturbazioni sulla rete di bassa tensione, cosa certamente importante ma meno urgente della prima.”
“Come ANIE/GIFI – continua Natalizia – abbiamo denunciato molteplici volte le difficoltà del mercato a reperire i sistemi di interfaccia e l’inadeguatezza delle tempistiche imposte dall’AEEG, richiedendo la deroga all’installazione giusto per il tempo necessario alla regolarizzazione delle forniture. Purtroppo le nostre richieste sono rimaste inascoltate.”
“Richiediamo quindi in maniera ufficiale – conclude Natalizia – l’intervento urgente del Ministero dello Sviluppo Economico a tutela e salvaguardia di centinaia di impianti già realizzati che rischiano a questo punto di non poter accedere a nessuna tariffa incentivante.”

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