Paolo Laurenti, Grid Manager – Development & Construction – Wind & Solar di BayWa r.e. ci racconta la situazione del mercato e l’andamento del settore rinnovabili e storage.
– Qual è la situazione del mercato energy storage in Italia?
Il contesto di mercato è complesso poiché presenta significative opportunità ma è contemporaneamente caratterizzato da incertezze normative che ostacolano lo sviluppo di progetti con una visione chiara dei meccanismi di mercato esistenti.
Ad esempio, il MACSE, che sulla carta sembra essere il mercato più promettente, non ha ancora stabilito i coefficienti correttivi per determinare la tariffa riconosciuta ai sistemi di accumulo né i contingenti dedicati alle diverse zone italiane.
– Quali osservatori privilegiati, quali previsioni si possono fare per il futuro a medio termine del settore?
L’Italia, grazie a una combinazione di fattori geografici e tecnici, rappresenta uno dei mercati europei più promettenti per l’implementazione di sistemi di accumulo utility scale. Attualmente, il mercato è focalizzato su una fase di definizione delle posizioni dei progetti in fase di sviluppo, che ha portato a un’intensa richiesta di connessione e ha completamente saturato la rete. Nei prossimi anni ci aspettiamo che tale situazione, che è stata una delle cause scatenanti della saturazione virtuale della rete elettrica, si modifichi lasciando sul campo solo i progetti con una reale sostenibilità economica.
– Normative impiantistiche e agevolazioni, come è cambiato nel tempo il supporto alle rinnovabili e all’energy storage? Cosa si potrebbe fare per migliorare?
Ritengo che il problema principale sia rappresentato dall’incertezza normativa che rallenta il settore. Un esempio significativo è rappresentato dal testo unico delle rinnovabili, che prescrive, a partire dal 1° gennaio 2025, una nuova procedura per la presentazione delle richieste di autorizzazione dei sistemi BESS tramite portali regionali. Al momento, tali portali non sono ancora operativi, poiché le regioni hanno sei mesi per adeguarsi alla nuova legge.
Questo fenomeno si traduce in un blocco immotivato del settore. Dal punto di vista della normativa tecnica, a seguito della direttiva emanata dai Vigili del Fuoco a dicembre 2024, la situazione è tale da permettere una progettazione definitiva senza grosse incertezze tecniche. Permangono alcuni dubbi interpretativi di dettaglio, ma rientrano nella normale curva di apprendimento di una tecnologia relativamente “giovane”, almeno in Italia.
Oltre alla normativa tecnica, sarebbe estremamente utile un intervento dell’Arera che consenta di pubblicare informazioni dettagliate sullo stato della rete di alta tensione e sul suo sviluppo. Attualmente, i sistemi in uso non sono accurati o non vengono aggiornati con una frequenza adeguata. Un primo passo potrebbe essere quello di rendere disponibili su portale Terna Te.r.r.a le opere di rete che hanno ottenuto il benestare del gestore di rete e il numero di progetti collegati a ogni sottostazione di proprietà del TSO.
– Quali sono le più recenti tecnologie per l’accumulo di energia per le imprese e l’industry?
Al momento, in assenza di un reparto interno dedicato alla ricerca e allo sviluppo, la tecnologia che consideriamo per i nostri progetti utility scale è rappresentata dai sistemi di accumulo basati su batterie al litio (LFP, NMC, ecc.). Esaminiamo con interesse eventuali sviluppi tecnologici alternativi, ma al momento, per diverse ragioni, non riteniamo tali soluzioni praticabili.