La comunità energetica rinnovabile rappresenta una delle opportunità per le imprese per far fronte al caro bollette e aumentare la loro indipendenza energetica. Queste aziende, oltre alla possibilità di autoprodurre energia dal fotovoltaico, possono oggi aderire ad una comunità energetica rinnovabile e beneficiare di una remunerazione addizionale per l’energia non consumata.
Elmec Solar, l’azienda del gruppo Elmec che si occupa di realizzare chiavi in mano e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali, ha stilato i passaggi operativi per le aziende italiane che intendono avviare il processo di costituzione di una CER attraverso un Vademecum alla fondazione di una comunità energetica rinnovabile.
Alessandro Villa, Amministratore Delegato di Elmec Solar e Membro del Consiglio di Italia Solare
La direttiva RED 2 – che stabilisce che entro il 2030, a livello europeo, le energie rinnovabili dovranno incidere per almeno il 32% sul consumo finale lordo di energia e il ‘decreto comunità energetiche’- in approvazione alla UE – offrono alle aziende due principali opportunità. La prima è l’autoconsumo diffuso, a distanza, con linea diretta o con utilizzo della rete di distribuzione. Nel caso di autoconsumo con linea diretta, un’azienda può collegarsi direttamente a impianti di produzione di energia rinnovabile in spazi della stessa azienda purché dislocati a non più di 10km di distanza.Invece, in caso di utilizzo della rete di distribuzione, ossia senza il collegamento diretto, cade il vincolo dei 10km di distanza ma è solo necessario che impianto di produzione e l’utenza che usufruisce dell’impianto siano ubicati nella medesima zona di mercato. La seconda opportunità è quella di aderire ad una comunità energetica. In questo caso, oltre al risparmio in bolletta dato dall’autoconsumo dell’energia prodotta dagli impianti rinnovabili, si aggiunge il guadagno (tramite gli incentivi statali) sull’energia che viene immessa in rete e contemporaneamente consumata dai membri della comunità (su base oraria).
Secondo la guida ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) alle comunità energetiche, le stime prevedono che entro il 2050 circa 264 milioni di cittadini europei diventeranno prosumer – utenti che non si limitano solo al consumo ma che sono anche parte attiva del processo produttivo di energia – con la possibilità di generare fino al 45% di energia elettrica da fonti rinnovabili , aiutando il raggiungimento della neutralità climatica grazie alla loro partecipazione attiva. Ma quali sono le novità introdotte per aiutare lo sviluppo delle CER nel nostro Paese e i passi da seguire per costituirne una?
I passi da compier per creare una comunità energetica rinnovabile
Il primo step da attuare per costruire una comunità energetica consiste nel valutare la fattibilità di impianti FER e nell’individuazione dei principali attori, tra cui un referente, che avrà tra le altre cose il compito di ricevere e distribuire gli incentivi tra i membri della CER.
Il secondo step: individuare i soggetti che possono aderire alla CER e che devono essere serviti dalla stessa cabina primaria. La rete di distribuzione di Enel Distribuzione è divisa in 2.198 Cabine Primarie che trasformano l’energia in ingresso ad alta tensione in energia a media tensione e oltre 450.000 cabine secondarie. Per individuare chi è all’ interno della cabina primaria è sufficiente accedere al sito di e-distribuzione e consultare la mappa delle cabine primarie che ci mostra i suoi confini
Il terzo step, quello più complesso, consiste nel valutare i profili di consumo degli aderenti alla comunità. Uno dei requisiti fondamentali per massimizzare il ritorno degli incentivi economici per le CER è che ci sia contemporaneità, su base oraria, tra l’energia prodotta dagli impianti rinnovabili e quella consumata dai membri della CER. In altre parole è importante che il profilo di consumo di energia dei membri e quello di produzione degli impianti siano il più possibile sovrapposti dal punto di vista temporale. Per valutare tale sovrapposizione e di conseguenza l’entità degli incentivi ottenibili dalla CER, esistono vari strumenti come ad esempio un simulatore del GSE o come l’applicativo web RECON sviluppato da Enea e fruibile gratuitamente. Sulla base di informazioni sui consumi elettrici e sull’impianto di produzione da fonti rinnovabili, RECON effettua un’analisi energetica ed economica da cui è possibile ricavare la resa energetica dell’impianto fotovoltaico, l’autoconsumo e la condivisione dell’energia, la riduzione delle emissioni di CO2, i risparmi, i ricavi, i costi, i flussi di cassa attualizzati e i principali indicatori finanziari.
Al fine di individuare gli aderenti ideali, è necessario pertanto divulgare l’iniziativa. Quest’ ultimo step può essere effettuato attraverso qualsiasi modalità che permetta di raggiungere gli eventuali interessati, dal volantinaggio – per cui si possono individuare le vie afferenti alla medesima cabina primaria e rilasciare i volantini nella casella di posta dei potenziali aderenti- all’utilizzo dei social media, alla pubblicazione di una pagina sul quotidiano locale fino al coinvolgimento del Comune.
Ultimamente, diversi Comuni stanno abbracciando la funzione di aggregatori proponendo delle manifestazioni di interesse per far raccogliere le adesioni dei cittadini che vogliono partecipare alla costituzione di comunità energetiche e, una volta che i Comuni dispongono di una lista degli interessati, corredata dai dati di consumo delle utenze (ovviamente in forma anonima) l’azienda può interagire con il Comune della sua zona per capire quali aspiranti sono sotto la stessa cabina primaria.
Infine, gli ultimi passaggi necessari alla creazione di una CER prevedono la costituzione del soggetto giuridico (quale un’associazione, una cooperativa ecc.) che rappresenti i futuri soci della comunità e, per concludere, l’interazione con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per aprire il conto CER, avviare le pratiche di riconoscimento della CER e richiedere gli incentivi.
Ocleto D’Arcangelo, Ricercatore della Divisione Smart Energy @Enea ed esperto di CER
I vantaggi che derivano dall’adesione ad una CER sono molteplici: il risparmio in bolletta dato dall’autoconsumo, gli incentivi statali per l’energia prodotta e contemporaneamente consumata dai membri della comunità e la riduzione di emissioni inquinanti. Ma un’ulteriore beneficio, che è anche uno degli obiettivi principali attorno cui una CER si sviluppa, è la creazione di un valore sociale nella zona in cui la comunità energetica risiede, attraverso cui l’azienda ha la possibilità di diventare un esempio per i cittadini ed esercitare un impatto positivo sull’ambiente e sulle persone.