Febbraio 28, 2014

Daniele Preda

Fotovoltaico, cambiano gli orizzonti e le economie dominanti

L’Unione Europea, solo pochi anni fa mercato dominante del fotovoltaico mondiale, arranca in modo evidente rispetto alle economie emergenti.

L’Unione Europea, solo pochi anni fa mercato dominante del fotovoltaico mondiale, arranca in modo evidente rispetto alle economie emergenti.

Tra dazi, problemi di importazione e normative spesso difficilmente interpretabili, lo scettro di principale mercato è passato alla Cina, Giappone, Stati Uniti, India e numerose altre realtà estere.
A confermare il cambiamento di prospettive ci pensa l’Osservatorio per le energie rinnovabili, messo a punto dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera in collaborazione con la Regione Lombardia e recentemente presentato Milano.
Oltre alla crisi che colpisce il vecchio continente, tra i problemi UE c’è la scarsa competitività e l’effettiva crescita verticale di molti mercati, che hanno trainato il livello delle installazioni globali sino a 33,7 GW nel 2013.
Nel dettaglio, la Cina occupa il primo posto della classifica mondiale, con 8,6 GW allacciati alla rete lo scorso anno, seguita da Giappone, a quota 6,3 GW, e USA a 4,2 GW.
Nel vecchio continente, la quota complessiva di nuove installazioni rappresenta il 30% del totale, a livello globale, con un’economia fotovoltaica guidata dalla Germania. Stando alla ricerca condotta è possibile notare come l’ago della bilancia si sia spostato lontano dall’Europa ma, nonostante questo, i Paesi della Comunità possono ancora ricoprire un ruolo rilevante nell’economia mondiale.

Marco Tronchetti Provera, presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera, commenta: “I dati dell’Osservatorio dimostrano che l’Europa e con essa l’Italia stanno perdendo competitività. La perdita di mercato del fotovoltaico italiano impone al Paese di rispondere tempestivamente attraverso investimenti in nuove tecnologie per trovare soluzioni sempre più efficienti e competitive e capaci di ridurre i costi. Per sviluppare un settore strategico come quello delle energie rinnovabili è necessaria pertanto un’azione congiunta da parte di tutti – imprese, istituzioni e comunità scientifica – in grado di ridare slancio alla nostra economia tutelando contemporaneamente l’ambiente”.

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