Il numero di aziende specializzate nella pulizia degli impianti FV è in costante crescita. Il mercato sta conoscendo un vero e proprio “boom” per questo tipo di professione, conseguentemente al sempre maggiore impiego delle tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia.
Le tecniche utilizzate per portare a termine la pulizia sono diverse tra loro, anche in funzione del tipo di impianto e del posizionamento dei pannelli. In base alla struttura da trattare si possono utilizzare strumenti completamente manuali, semi-automatici, completamente automatizzati o persino prevedere l’installazione di un sistema di pulizia di tipo fisso.
La soluzione più diffusa prevede l’intervento di una squadra opportunamente attrezzata, che può raggiungere i pannelli secondo due modalità distinte. In caso di installazione su tetto e su strutture dedicate non troppo alte, si procede utilizzando pompe per l’iniezione dell’acqua o del liquido per la pulizia. L’operatore effettua la pulizia manuale impiegando speciali spazzole, anche su lunghe distanze, sfruttando canne modulari molto leggere, solitamente realizzate in fibra di carbonio.
In alternativa è possibile richiedere l’intervento di società che fanno uso di idropulitrici con getti mirati e comandate da operatori che lavorano direttamente sui moduli, tramite piattaforme che consentono di calpestare i pannelli senza danneggiarli.
Questi sistemi risultano adatti prevalentemente per impianti domestici e per strutture non troppo estese.
Nel caso di parchi solari, di installazioni a terra o da tetto molto ampie, esistono sistemi più evoluti che fanno uso di una spazzola motorizzata, fissa o rotante, che viene movimentata dall’operatore tramite un braccio meccanico. Il passaggio della spazzola di grandi dimensioni riduce il tempo per la pulizia, anche se impone dei limiti di applicazione nel caso di installazioni particolari.
Sempre per gli impianti di grandi dimensioni, è possibile valutare installazioni fisse, cioè componenti che vengono installate parallelamente ai pannelli e sono studiate per fornire manutenzione periodica automatica.
Per esempio, esistono impianti “a spruzzo” che prevedono la disponibilità di particolari bocche per l’erogazione dell’acqua e che possono essere attivati anche a distanza, senza la necessaria presenza dell’uomo.
Un secondo sistema di pulizia con installazione fissa comprende un meccanismo con spazzola rotante mobile. Per poter funzionare sono previsti nell’installazione una serie di percorsi e binari per il passaggio della spazzola, che viene azionata tramite motori elettrici, un po’ come avviene in un tradizionale autolavaggio. In questo caso, però, è la spazzola a muoversi in diverse direzioni per assolvere al proprio compito.
Questo è il robot Gekko, dell’elvatica Serbot AG.
Tra i sistemi più evoluti tecnicamente, ma ancora molto costosi, ci sono i robot di pulizia. Si tratta di un particolare modulo indipendente, capace di muoversi sulla superficie dei pannelli, rimanendo ancorato mediante ventose. Il movimento è assicurato da sensori dedicati, che comandano motori elettrici e garantiscono totale autonomia negli spostamenti.
Un approccio completamente diverso è, invece, quello di EDS, che propone un sistema molto innovativo. Questa tecnologia prevede l’integrazione di elettrodi nel substrato del pannello, opportunamente controllati da una logica integrata. Tali elettrodi sono in grado di produrre impulsi elettrostatici capaci di smuovere la polvere dalla superficie del pannello e assicurare un buon livello di pulizia. Per saperne di più potete leggere il nostro speciale “La tecnologia EDS per la pulizia automatica dei pannelli fotovoltaici”.