Giugno 9, 2011

Cristiano Sala

La pulizia dei pannelli solari

Per poter operare in modo efficace la pulitura dei pannelli, soprattutto in ambienti molto particolari, come per esempio in presenza di forte salsedine o sporcizia di origine animale (fattorie e allevamenti) è necessario utilizzare metodi diversi e impiegare composti liquidi differenti.

Per quanto riguarda la pulitura, dal punto di vista meccanico dell’operazione, abbiamo già analizzato quali sono i principali sistemi e i possibili campi d’impiego. Un secondo aspetto fondamentale riguarda però la tipologia di acqua e additivi che possono essere usati per completare le operazioni. Considerando che la “normale” acqua di rubinetto può presentare una durezza elevata (parametro che varia notevolmente di regione in regione), è necessario utilizzare tecniche che riducano l’accumularsi di calcare e residui in genere.

Proprio per questo, la maggior parte dei sistemi di pulizia non impiega detergenti e prevede l’utilizzo di acqua demineralizzata, che si ottiene dall’acqua dell’impianto idrico opportunamente trattata. Il kit per la pulizia adottato da molte società prevede una spazzola per la pulizia a bassa pressione, oppure una lancia ad alta pressione, in abbinamento a pompe specifiche. Esiste, in aggiunta, una cisterna trasportabile connessa direttamente a un demineralizzatore, solitamente di tipo “a scambio ionico”. Questo componente è costituito da una o più camere che contengono speciali filtri realizzati con diversi tipi di “resine a scambio ionico”. L’acqua, passando attraverso questi filtri perde le proprie componenti metalliche, che reagiscono al contatto con le resine e si fissano ad esse. La struttura molecolare viene perciò modificata inserendo atomi di idrogeno.

Si ottiene in questo modo, acqua libera da ioni metallici, meno abrasiva e priva di residui calcarei. Il passaggio di acqua demineralizzata, o deionizzata, assicura una buona pulizia e rallenta la riformazione dello sporco dato che non contiene particelle che possano favorire la formazioni di patine e altre formazioni.

La pulizia dei pannelli solari

I sistemi più evoluti sfruttando un meccanismo di filtraggio a più stadi, che comprende filtri di sedimentazione, per eliminare particelle superiori a 5 micron e prefiltri con carboni attivi. Viene successivamente utilizzata una membrana a osmosi inversa che esclude oltre il 90% di impurità e Sali, oltre ad apposite cartucce con resine deionizzanti.

In altri casi, soprattutto in abbinamento a sistemi con spazzola rotante, alcune aziende propongono l’utilizzo di particolari prodotti di natura sgrassante, pensati per ottimizzare la pulizia, rimuovendo ogni genere di agente corrosivo. La formulazione chimica di queste soluzioni prevede l’integrazione con componenti specifici per pannelli FV, anticalcare e detergenti dedicati di tipo non schiumogeno.

Tra i vantaggi di questo tipo di soluzioni c’è la maggiore copertura contro gli agenti corrosivi, ottenuta mediante la duplice azione deossigenante e filmante. Inoltre, la prevenzione di depositi calcarei viene ottenuta utilizzando di composti sequestranti e disperdenti.

Tutti questi componenti chimici consentono di mantenere pulito il pannello più a lungo, riducendo l’impatto degli agenti atmosferici. È infatti possibile minimizzare l’effetto di polveri e poggia, evitando che le gocce d’acqua, asciugandosi, si trasformino in calcare o salsedine.

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