Matthias Taft, CEO di BayWa r.e., ci parla della COP28 e dell’importante momento legato alle rinnovabili, alla coscienza ambientale e ai cambiamenti climatici.
La 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, COP28, giunge in un momento decisivo per l’azione internazionale sui cambiamenti climatici. I record di temperatura globale sono stati ripetutamente superati nel 2023, contribuendo a disastri naturali senza precedenti in tutto il mondo. Numerosi Paesi sono stati devastati da inondazioni, tempeste, siccità e incendi, che hanno distrutto i mezzi di sostentamento e causato perdite miliardarie.
Come mai prima d’ora, la pressione è su ogni singolo governo affinché si intraprendano azioni rapide e concrete per mitigare il cambiamento climatico. Purtroppo, le precedenti conferenze non hanno portato a dei risultati concreti e le tensioni geopolitiche che circondano la conferenza di quest’anno non ci lasciano ben sperare. BayWa r.e. teme che COP28 sarà ancora una volta un’occasione sprecata che porterà a tante parole e pochi fatti.
Uno dei momenti più importanti di COP28 sarà il Global Stocktake che permetterà di verificare se i paesi sono in linea con gli obiettivi prefissati dall’Accordo di Parigi del 2015. Sebbene siano stati compiuti dei passi in avanti dopo COP26 e COP27, sappiamo anche che siamo ancora molto distanti dalla meta. Secondo le Nazioni Unite, gli impegni sul fronte climatico che hanno preso i governi non riusciranno a impedire che le temperature globali superino gli 1,5 C di riscaldamento, anzi, c’è il rischio che si raggiungano i 2,5 C. Il mondo è già più caldo di 1,2 C rispetto all’epoca preindustriale, un aumento di temperatura che sta scatenando eventi climatici catastrofici in tutto il mondo.
– Cosa si deve fare per rallentare gli effetti climalteranti delle attività umane?
COP28 deve fornire un piano d’azione concreto e immediato che dia una risposta seria e responsabile ai dati che emergeranno dal Global Stocktake.
Occorre favorire la progressiva diminuzione dell’utilizzo dei combustibili fossili fino al totale abbandono. Il fatto che la conferenza di quest’anno si svolga a Dubai, nell’UEA, uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, e che il suo presidente sia l’amministratore delegato del Gruppo ADNOC, una delle più grandi compagnie di trivellazione nazionali del Medio Oriente, è sconcertante. I combustibili fossili sono i maggiori responsabili del cambiamento climatico. Proponiamo dunque, di dimezzare immediatamente gli investimenti nei combustibili fossili.
Accelerare la transizione. Triplicare la capacità globale di energia rinnovabile, con l’obiettivo di superare gli 11.000 GW entro il 2030. Questo è un passaggio fondamentale per limitare l’aumento della temperatura garantendo comunque un approvvigionamento energetico adeguato. Le autorizzazioni devono essere semplificate, l’infrastruttura di rete deve essere migliorata e ampliata, e il divario di competenze deve essere colmato. Abbiamo già fatto dei passi in avanti in questo senso, ma siamo ancora molto lontani dal ritmo necessario.
– Pubblico e privato devono agire come una grande comunità, quali i passi principali?
Aumentare i finanziamenti pubblici e privati. Per realizzare un percorso a zero emissioni, la spesa globale per l’energia verde deve passare da 1,8 trilioni di dollari nel 2023 a 4,5 trilioni di dollari all’anno entro i primi anni 2030. I flussi di investimento esistenti devono essere incrementati e indirizzati anche ai paesi attualmente non aiutati nella transizione.
Avvicinare i Paesi. In questi tempi di forte turbolenza geopolitica, la collaborazione internazionale e l’azione coordinata sono più importanti che mai. Dobbiamo garantire che le tecnologie migliori e le iniziative di sviluppo sostenibile vengano impiegate non solo nelle economie avanzate, ma anche nei paesi in via di sviluppo: deve esserci una transizione equa. Allo stesso modo, devono essere garantiti fondi per una giusta transizione e programmi di formazione e riqualificazione.
Tutte le soluzioni di cui abbiamo bisogno per combattere il cambiamento climatico sono già disponibili e molte vengono già utilizzate. Ma dobbiamo vedere un’azione più rapida. Per questo proponiamo di andare oltre l’attuale slogan della COP28 “Partnership promotes progress” e ne suggerisce uno diverso: “Let’s get this done, together!”.