Luglio 10, 2024

Nicola Martello

I moduli Solertix in perovskite hanno efficienza del 20,7%

Nel blog di FuturaSun è riportato che Solertix, start-up italiana sulle perovskite e facente parte del gruppo FuturaSun, in cooperazione con Chose, ha raggiunto un importante traguardo nello sviluppo di questa tecnologia. Impegnata nel perfezionare e ottimizzare la composizione e l’architettura tandem basata sulla combinazione di moduli in perovskite e di moduli in silicio, l’azienda ha ottimizzato i processi laser per fabbricare le interconnessioni utilizzate per passare dalle singole celle ai moduli introducendo un nuovo layout per minimizzare l’area di interconnessione senza introdurre altri tipi di perdite. Il fattore che tiene conto di questo aspetto è detto “fattore di riempimento geometrico” (GFF), che in Solertix raggiunge cifre da record: circa 99,6% in mini pannelli solari in perovskite con una superficie di 2,6 cm2 e con efficienza di conversione di potenza del 20,7%.

Il team Solertix ha annunciato di aver ridotto le perdite di rendimento nell’upscaling da singola cella in perovskite a modulo utilizzando un’interconnessione di 19,5 μm, tecnica che una volta implementata nel moduli tandem a quattro terminali che sta sviluppando con celle in silicio e perovskite permetterebbe di ottenere un’efficienza del 30%.

Cosa significa a livello pratico?

Per comprendere la portata di questo traguardo, è bene fare un passo indietro.

La potenza di un modulo fotovoltaico è il risultato della potenza generata da ciascuna cella solare sottostante. Le perdite da cella solare a modulo tengono conto della discrepanza tra la potenza totale di ciascuna cella e la potenza del modulo. In pannelli al silicio tradizionali queste perdite riducono dall’uno al tre percento la potenza ottenibile dalle singole celle. Questo è già conteggiato nella potenza di targa del modulo.

Anche i moduli tandem a quattro terminali sono soggetti concettualmente a perdite anche se di diversa natura. Secondo la letteratura scientifica, si perde dal 4% al 10% di potenza di conversione quando si passa da cella alla perovskite singola ai moduli. Queste perdite sono dovute a perdite di potenza e di area attiva del dispositivo dovuta appunto alla tecnica di interconnessione. E’ una perdita significativa che non ci possiamo permettere anche quando l’obiettivo è di realizzare un modulo tandem con un’efficienza di conversione superiore al 30%. Questo studio condotto da Solertix e partners ha dimostrato per la prima volta che queste perdite possono essere ridotte a meno dello 0,5%.

Se finora per un modulo tandem perovskite/silicio a quattro terminali (fatto utilizzando celle alla perovskite e celle al silicio che avrebbero un’efficienza combinata del 30%), si può prospettare solo un’efficienza del 28,5%; oggi grazie ai progressi di Solertix, è invece possibile raggiungere un’efficienza superiore al 29,8% una volta che questa innovazione venga introdotta e fatto l’upscaling per la produzione industriale.

Verso la prossima generazione di pannelli solari

Quello raggiunto da Solertix è un successo che apre nuove possibilità per l’energia solare, offrendo soluzioni più performanti e sostenibili.

Nata dall’eccellenza accademica del Centre for Hybrid and Organic Solar Energy (CHOSE) dell’Università di Roma Tor Vergata, Solertix è oggi la start-up del gruppo FuturaSun specializzata nello sviluppo tecnologico delle celle fotovoltaiche di nuova generazione in perovskite.

Una realtà che guarda al domani e che, oggi, grazie a questo traguardo conferma una volta di più la sua missione, ovvero quella di superare i limiti della tecnologia fotovoltaica convenzionale, contribuendo in modo concreto alla transizione energetica verso un futuro più efficiente e sostenibile.

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