Settembre 3, 2013

Sofia Prada

La Cina finanzia i produttori nazionali

La Commissione Europea, dopo oltre 9 mesi di indagini, ha rilevato che la Cina finanzia i produttori fotovoltaici nazionali.

La Commissione Europea, dopo oltre 9 mesi di indagini, ha rilevato che la Cina finanzia i produttori fotovoltaici nazionali.

Si stima che gli aiuti ammontino a circa l’11,5% dei fatturati aziendali. Questi sostegni riguardano sia l’acquisto di materie prime, sia la possibilità di usufruire di sconti, riduzioni del prezzo dell’energia elettrica e finanziamenti bancari.
Il presidente di EU ProSun, Milan Nitzschke, ha così dichiarato, a proposito: “Molte aziende produttrici cinesi avrebbero dovuto dichiarare bancarotta tempo fa invece hanno avuto aiuti statali. Questi aiuti hanno portato a un aumento di prodotti cinesi sul mercato europeo portando quindi alla chiusura di molte aziende produttrici europee e alla perdita di migliaia di posti di lavoro. […] L’indagine della Commissione Europea conferma nuovamente che il Governo Cinese offre massicci aiuti ai loro produttori nazionali di moduli fotovoltaici. Questo fatto viola i principi internazionali del commercio che la Cina ha approvato nel momento che è entrata a far parte del WTO. Circa il 90% della produzione di moduli fotovoltaici viene esportata e gli aiuti statali cinesi si riferiscono ad aiuti per supportare l’export per cui vanno indirizzati sotto le leggi del WTO e dell’Europa Unita. Prendiamo atto che la recente iniziativa accettata dall’Europa non affronta l’argomento dedicato agli aiuti statali cinesi, nel testo non c’è niente che chieda al Governo Cinese lo stop di questi aiuti statali ai produttori cinesi. E’ per questo che chiediamo all’Unione Europea di imporre dazi di compensazione sui prodotti cinesi e che diano lo spunto al Governo Cinese di fermare queste pratiche illegali di commercio”.
Dal canto suo, anche il comitato IFI si è dichiarato contrario alla situazione. Il presidente Alessandro Cremonesi ha così affermato: “Finalmente la Commissione ha reso esplicito e certificato quanto da oltre due anni abbiamo denunciato agli organi politici e di governo italiani ed europei e cioè che il massivo intervento dei sussidi governativi illegali da parte dei cinesi, unitamente alle pratiche di dumping, abbiano messo completamente fuori gioco tutte le nostre industrie nazionali. Su di questo continueremo a chiedere e a pressare la Commissione e tutti gli organi politici nazionali ed europei al fine di rivedere nei termini l’accordo stipulato con la Cina e in vigore dallo scorso 6 agosto. Accordo totalmente inefficace nel rimuovere il grave pregiudizio già sofferto da tutte le aziende europee e nazionali in questi anni”.

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